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Freebacoli

Freebacoli: marzo 2008

giovedì 20 marzo 2008

Buon Compleanno Freebacoli, un Sogno Lungo Tre Anni: la Libertà si Conquista con la Partecipazione


Quante volte al mattino capita di svegliarsi e non sapere dove ci si trova. È un attimo, un momento di smarrimento che dura pochi secondi, perché, proprio un momento prima, eravamo in un altro luogo, persi in chissà quale posto meraviglioso dei nostri sogni. 

Ebbene, oggi, 20 Marzo 2012, è proprio di questo che vogliamo raccontarvi: di un sogno, di un sogno e del famoso momento di smarrimento del mattino successivo che vorremmo non arrivasse mai..oggi vi parliamo di un sogno che dura tre anni.

Converrete con noi che i sogni non hanno confini precisi, nel raccontarli c’è sempre un margine di incertezza fra ciò che è successo e ciò che non è successo. Per questo abbiamo deciso di raccontarlo noi, gli ultimi arrivati, perché non sapendo esattamente come tre anni fa il viaggio è cominciato siamo liberi di immaginarlo, e mai come in questo caso l’immaginazione può corrispondere a realtà.

Ebbene sì: l’articolo STAVOLTA è di parte che più di parte non si può, quindi invitiamo formalmente i lettori a cui è scappato un sorrisino malizioso a non andare avanti nella lettura. 

Se digitate “Bacoli” sul motore di ricerca più utilizzato al mondo vi accorgerete che sotto al sito istituzionale del Comune, sotto alla pagina dedicata a noi da wikipedia, appare il link che porta al nostro blog. Come tutte le cose che accadono all’interno del mondo informatico, anche l’ordine in cui appaiono le informazioni non è casuale: esso si basa infatti anche sul numero di visualizzazioni che questo o quel link hanno ricevuto.

Basta fare due più due quindi per accorgersi che il risultato è straordinario, e se rapportato alle forze messe in campo diventa addirittura incredibile. 

Ebbene, tre anni fa non era così.

Tre anni fa c’era soltanto un ristrettissimo gruppo di persone che decisero di mettersi insieme per perseguire uno scopo. 

Quale scopo?
Mai ci fu risposta così facile e così difficile allo stesso tempo. Sì perché lo scopo da raggiungere era incerto, era chiaro, era immaginario, era reale, era tutto fuorché definibile, lo scopo era, ed è tutt’ora, il CAMBIAMENTO. 

Cambiare è salutare, cambiare è naturale. E allora perché ci sono alcune cose che non cambiano mai? Sempre gli stessi luoghi comuni, sempre le stesse illogiche incongruenze, illegali incongruenze, sempre le stesse facce sedute sempre agli stessi posti.

Queste sono le domande e le considerazioni che immaginiamo girare vorticosamente nelle menti di questi ragazzi. E allora, come cambiare? 

Se una cosa la si vuol cambiare davvero, è ovvio che bisogna cominciare dalla base, e alla base di tutto, ancora una volta, c’è l’ignoranza; l’ignoranza forzata e l’ignoranza voluta in un certo senso da entrambe le parti. Ci si annoia ben presto di sentire sempre le stesse identiche cose, si preferisce non sentirle, si preferisce non sapere.

E allora eccola la chiave di lettura, lo spiraglio di speranza, la leva per mettere in moto una macchina solo troppo ma troppo difficile da avviare: l’informazione.

La notizia, bisognava informare! 

E già ce li immaginiamo: questa giovinezza del tutto anormale e per niente stereotipata che corre di qua e di là a cercare di puntare la luce là dove è stata.

Li vediamo scavare ( e questa vi assicuriamo che non è una metafora!) a mani nude per trovare ciò che era stato insabbiato perché non faceva comodo.

Li vediamo urlare a viva voce parole che non andrebbero mai sussurrate e che troppi preferiscono addirittura non pronunciare. 

Ecco, questo è successo tre anni fa. Di anno in anno le persone che all’inizio si limitavano a scrivere dietro una tastiera hanno pian piano assunto contorni ben definiti, posizioni più nette.

Di anno in anno siamo passati da 30 a più di 3000 visualizzazioni in un giorno. E non ci siamo fermati lì

Più o meno è questo che immaginiamo sia successo tre anni fa, sicuramente è questo che sta succedendo adesso che noi, gli ultimi arrivati per l’appunto, abbiamo deciso di iniziare a sognare con chi sta sognando già da tempo. 

E allora? Noi, in questo giorno di “festa”, preferiamo crogiolarci un altro po’ al pensiero che l’unico lieto fine possibile sia il fatto di non avere fine

Domenico Mazzella

Un sogno. Era proprio questo ciò che si materializzava nelle nostre ingenue menti, ogni qual volta sentivamo la parola “Freebacoli”. Già conoscevamo l’Associazione sia tramite il web, che attraverso le numerose iniziative di protesta e denuncia organizzate fra le strade cittadine e da lettori esterni, guardando tutti i video, le foto, gli articoli e “quant’altro” veniva prodotto laboriosamente già da allora, non potevamo che chiederci chi vi fosse mai dietro tutta questa organizzazione.
Immaginavamo una Redazione professionale, con tanto di Uffici Stampa, Sala Congressi, Organigrammi ben definiti, locali direttivi stracolmi di Computer ipertecnologici, Troupe televisive dotate di Telecamere e Macchine Fotografiche all’avanguardia, Giornalisti in divisa con tanto di badge e persino stilo personalizzate.
Forse la nostra fantasia era leggermente esagerata, ma è pur vero che nei sogni non vi sono limiti da rispettare. Almeno lì, tutto è concesso.
Per non parlare di quando li vedevamo capeggiare fiumi di persone per strada con cortei che terminavano spesso in Consiglio Comunale, sede di confronto diretto, seppur non autorizzato, ma sempre carico di pathos e voglia di scuotere la coscienza civile comune.
Pertanto per tutte queste cose insieme, ci avvicinammo a Freebacoli.
Ebbene, nessuno degli aspetti sopra citati, neppure uno, trovava riscontro materiale nell’ immediata realtà della prima volta che ci invitarono ad una Riunione Settimanale dell’Associazione.

Ragazzi semplici, quasi tutti coetanei dalla faccia giovane e pulita, persone di umili origini, figli di operai, impiegati e casalinghe. Prevalentemente studenti universitari, altri invece semplici lavoratori alla ricerca di una propria stabilità economica.

Una piccola stanza, spartana e neanche tanto ammobiliata, pezzi di arredo logoro che ricordano l’ambiente scolastico. Un giornalino, una fotocamera digitale portatile, un vecchio computer ed una piccola videocamera familiare.
Sono questi i componenti effettivi di quel magnifico puzzle che si chiama “Freebacoli”. Un puzzle tutto nuovo che non riporta alcuna marca di fabbricazione se non la mano stessa dei ragazzi che lo costituiscono.

Ognuno con il suo traguardo da raggiungere, ognuno con la sua ambizione e la sua voglia di riscatto sociale. In questa ciurma c’è chi vuol diventare medico, giornalista, chi notaio, magistrato, ingegnere aerospaziale, e ancora avvocato, ingegnere informatico e ristoratore.
C’è un po’ di tutto, qualcuno ci è già riuscito, altri sono ad un passo dall’arrivo.
Ad ogni modo, pur avanzando una vita privata carica di impegni, ognuno riesce bene a ritagliare un piccolo spazio quotidiano, da dedicare a questo magnifico progetto di CAMBIAMENTO.
Spesso si cade, ci si fa male, si accusa un colpo, si discute animatamente. Ma è proprio questo il bello di Freebacoli.
Una giovane famiglia unita da uno scopo comune, esseri umani che dimostrano giorno per giorno che per smuovere, denunciare, manifestare, risvegliare, ma soprattutto per informare, non c’è bisogno di chissà quale ingente risorsa imprenditoriale.
Certo ci sono dei costi, ma alla base di tutto c’è una sola, unica ed esclusiva fonte che ci lega e dalla quale alimentiamo ogni volta le nostre forze: l’indignazione, la rabbia e la voglia di CAMBIARE l’andazzo di un paese così imponente e maestoso quale è Bacoli. Un sogno che ci (e vi) auguriamo si realizzi presto. 
Non è troppo tardi per difendere questa terra.
MariaRosaria Schiano

Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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