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Freebacoli

Freebacoli: novembre 2011

mercoledì 30 novembre 2011

Bando per Acquamorta Affidato ad un’ “Associazione Amica”: L’Opposizione Inchioda la Giunta Iannuzzi

image Il diavolo si nasconde nei dettagli, recita un antico proverbio e, talvolta, aggiungiamo noi, nei “sottocriteri”. Come quelli stabiliti per la costituzione di un “restrittivo” bando per l’affidamento di una struttura in legno ad Acquamorta.

Tutto ha inizio nel marzo scorso, quando, l’amministrazione guidata dal sindaco Franco Iannuzzi, indiceva un bando che, di fatto, precludeva la partecipazione allo stesso a numerose associazioni attive sul territorio perché “viziato” da una serie di requisiti di cui davvero pochissime ne erano dotate determinando così una chiusura a numerosi soggetti fisici interessati.

La precedente squadra di governo, oggi quasi del tutto riconfermata, infatti, prevedeva, mediante indizione di gara pubblica, l’affidamento della progettazione esecutiva, dei lavori di realizzazione e gestione di una struttura in legno, in località Acquamorta, da adibire a postazione di controllo della spiaggia, servizi igienici e docce pubbliche da realizzarsi attraverso il ricorso a capitali privati a soggetti di cui facessero parte Associazioni Sportive.Il tutto, mediante procedura dell’offerta economicamente più vantaggiosa, sull’importo a base d’asta di 40 mila euro anche in presenza di una sola offerta valida.

E, fin qui, “nella norma” i malumori. La polemica si inasprisce nell’elencazione dei criteri di partecipazione al bando: possono partecipare al concorso soltanto le associazioni sportive iscritte, da almeno tre anni a FIV e FIM. Questo, in aperta violazione all’articolo 2 del decreto legislativo numero 163/2006 il quale recita testuali parole: “l'affidamento deve rispettare i principi di libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza, proporzionalità”.

Ma, a scoraggiare e demotivare maggiormente i soggetti partecipanti, dettami, secondo cui, alcuni servizi indicati nel bando non possono essere esperiti da un’associazione sportiva senza scopo di lucro e, soprattutto, sprovvista delle risorse umane e delle competenze professionali necessarie a norma di legge: bagni pubblici e docce; vigilanza spiaggia; promozione di attività sportive secondo i rispettivi statuti e comunque senza alcuna finalità di lucro; promozione dell’immagine della comunità montese attraverso il coinvolgimento ed iniziative di visibilità ed impatto ultra territoriale.

Su queste basi, nel maggio scorso, Giuseppe Pugliese, capogruppo di Svolta Popolare, protocollava al Comune di Monte di Procida, una “Richiesta di annullamento in autotutela del bando e disciplinare di gara”, inoltrata, per opportuna conoscenza al Signor Prefetto di Napoli e al Nucleo Ispettivo-Amministrativo Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture”.

Organi di controllo, questi ultimi, che all’indomani della nota firmata dal consigliere, trovando evidentemente fondate le perplessità avevano chiesto ulteriori informazioni agli uffici del Comune di Monte di Procida. E, mentre ad oggi, dall’Assise nessuna risposta, l’8 novembre, all’Albo Pretorio del Comune di Monte di Procida, è stato pubblicato, con una determina firmata dall’ ingegnere Andrea Marasco, l’affidamento all’Ati Circolo Nautico di Monte di Procida, nonché all’Impresa Monte costruzioni di Mario Russo & C. di Monte di Procida, l’esecuzione dei lavori entro sessanta giorni.

L'arcano è presto svelato: “vince” il bando di gara una (se non l’unica sulla base di tali requisiti) delle associazioni più gradite alla stessa amministrazione.

E’ la struttura genetica della politica iannuzziana: trasferire beni e opportunità di lavoro, dalla collettività a pochi eletti. Dunque, dal partito di opposizione in seno alla classe politica montese, un’interrogazione in merito ad una manovra che giunge, nella piccola cittadina flegrea, come un fulmine a ciel sereno.

“Chiediamo al sindaco e alla Giunta comunale – si legge nel documento pervenuto al Municipio - se sono proseguite le interlocuzioni con gli uffici della Prefettura di Napoli Area II Enti Locali, ed in caso affermativo che gli atti siano messi a disposizione dei consiglieri comunali; se sono proseguite le interlocuzioni con il Nucleo Ispettivo-Amministrativo Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ed in caso affermativo che gli atti siano messi a disposizione dei consiglieri comunali; se si è inteso informare gli Uffici di cui sopra della Determinazione 194 DEL 08/11/2011con la quale si è conclusa la procedura di affidamento; se durante la pausa di diversi mesi tra le procedure di gara e l’affidamento c’è stato un dibattito interno agli uffici sulla legittimità degli atti prodotti e a quali conclusioni si è pervenuti; se il Sindaco è la Giunta ritengano che si possa determinare un danno economico all’ente portando avanti procedure palesemente viziate nella forma e nella sostanza e rifuggendo da un costruttivo confronto con gli enti di controllo e le opposizioni prima che i terzi possano vantare legittime pretese risarcitorie; se non si ritiene che per prassi e rispetto interistituzionale fosse buona norma rispondere alle perplessità ed alle richieste avanzate argomentando le proprie posizioni e discutendo il merito della questione; se non si ritiene discriminatorio nei confronti di tutte le altre associazioni il fatto che sempre alle stesse associazioni (e solo a queste ultime) iscritte alle sigle FIV e FIM saranno affidati ben 8 posti barca nel porto di Acquamorta; se è vero che l’associazione Circolo Nautico Monte di Proceda, sita in Via Marconi 24, beneficia dell’utilizzo di una imbarcazione acquistata dal Comune di Monte di Procida in assenza di affidamento formale e di idonee procedure concorsuali”.

L’interrogazione sarà esposta dal partito di Svolta nella giornata di martedì, 6 dicembre durante la riunione del parlamentino civico.

Melania Scotto d’Aniello
Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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La Società Non Paga gli Stipendi, I Lavoratori EAV Fermano la Cumana ad Agnano: Bloccati Treni e Pullman

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image Si avvicina il “giorno paga” e continuano le proteste dei dipendenti del trasporto pubblico: dopo i lavoratori della Sepsa, adesso rischiano lo stipendio quelli dei pullman Eav Bus.

Hanno deciso di bloccare il transito dei treni all’altezza della stazione di Agnano i lavoratori dell’Ente Autonomo Volturno addetti al servizio del trasporto pubblico su gomma che, così come accaduto per i colleghi dei treni lo scorso mese, rischiano seriamente di non vedersi recapitare la busta paga della mensilità di novembre.

Le prime proteste in verità erano già cominciate i giorni scorsi quando, soprattutto nella giornata di ieri, a fermarsi sono stati i pullman in tutta la Provincia di Napoli con disagi vissuti particolarmente nella zona flegrea, già di per sé poco e mal collegata al centro metropolitano.

Rimostranze che si sommano anche ai disagi dell’intero servizio: basti pensare difatti che la scorsa settimana molti bus sono stati impossibilitati a partire per via della mancanza di benzina.

Il Blocco alla Stazione di Agnano

A ciò, onde aumentare l’eco delle manifestazioni, intorno alle 12:00 di stamane, dinanzi alle ennesime titubanze della società ad intero capitale pubblico, un gruppo di dipendenti del settore ha deciso di bloccare i vagoni della Sepsa, posizionandosi proprio sopra i binari e mandando del tutto in tilt la Cumana che ancora adesso sta subendo notevoli rallentamenti.

Al momento del blocco il servizio era garantito soltanto a spezzoni con una tratta che conduceva da Torregaveta a Bagnoli e l’altra che da Montesanto portava sino a Fuorigrotta.

Altri problemi sono sorti anche per la Circumvesuviana, con grosse difficoltà di spostamento per i pendolari prima a Torre del Greco e poi in tutta la Provincia di Napoli per.  Minori sono invece le deficienze alla Circumflegrea che continua a transitare con una certa regolarità.

I Motivi della Protesta

image Ufficialmente la protesta, come informano alcuni autisti, si presenta come un’interruzione dovuta a fattori interni al servizio e prende spunto dalla “mancanza di misure di sicurezza a bordo dei mezzi, sia legata all'usura dei pullman che all'assenza di sistemi per fronteggiare eventuali emergenze”, anche se ovviamente ad essere contestata aspramente è “la mancata erogazione degli stipendi di novembre e l'assenza di una politica di rilancio del servizio di trasporto su gomma”.

Non dissimile in tal senso è la posizione dei lavoratori Sepsa che, alla data di oggi, non hanno ancora ricevuto la busta paga per il mese di novembre. In questo caso però la società ha promesso che entro la giornata di domani la questione sarà risolta, garantendo anche gli stipendi di dicembre e la tredicesima. L’insicurezza invece è totale per il 2012.

Gravissime Colpe delle Dirigenze EAV e Regione Campania

Uno stato d’agitazione generalizzato che si propone come ancor più disagiante per l’utenza se si pensa che non si conoscono le prossime azioni dei protestanti e ancora nessuna certezza esiste per il pagamento degli autisti dei pullman. Una sorta di focolaio di tensioni, pronto a divampare in qualsiasi momento.

Gravissime quindi sono responsabilità delle dirigenze Eav Bus e della Regione Campania che continuano a tagliare fondi in settori riservati al servizio pubblico. Perché la mobilità, soprattutto in periodi di crisi economica, è un diritto da cui è impossibile prescindere soprattutto per chi attraverso i mezzi pubblici raggiunge quotidianamente il posto di la voro o, per gli studenti, la scuola in cui forma le proprie conoscenze.

Crisi economica mondiale, determinata da una politica clientelare e molto lontana dalle reali esigenze dei cittadini, che risulta essere ancor più pesante per coloro che, come i lavoratori in protesta, non possono usufruire del  proprio stipendio mensile.

Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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martedì 29 novembre 2011

Ribolle il Lago Miseno, Partono i Lavori ma dai Fondali Inquinati Sale Schiuma e Melma – FOTO E VIDEO

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IMG_4571Partono i lavori alla foce di Miliscola ma il lago Miseno viene ricoperto da schiuma grigiastra e maleodorante: Carabinieri, Polizia Municipale e Guardia Forestale giungono sulle rive del bacino lacustre flegreo.

Era da poco passata l’ora di pranzo di oggi pomeriggio quando uno sparuto gruppo di cittadini decideva di contattare le autorità di controllo per via della presenza sullo specchio d’acqua del lago posto nel pieno centro di Bacoli, di una grossa patina di schiuma maleodorante che proveniva in gran parte proprio dall’area presso cui il Comune sta svolgendo, attraverso dei fondi regionali finanziati dal passato Governatore Antonio Bassolino, dei lavori in vista della rimozione della sabbia presente presso la foce di Miliscola.

Un processo di funzionalizzazione del canale, che congiunge il lago con il mare, il quale comincia però a presentare i primi contraccolpi: pare difatti che la schiuma agglomeratasi a causa del vento sulle rive del lago, provenga proprio dall’area di scavo e quindi di riflesso dalle operazioni di rimozione di quanto presente nei fondali del “Maremorto”, inquinati per via degli scarichi fognari sfociati sino ad inizio millennio all’interno del lago, e che oggi vengono nuovamente riportati a galla.

Gli stessi che facevano del “Miseno” una vera e propria cloaca a cielo aperto con miasmi percepibili sino alle frazioni di Cappella o del Centro Antico di Bacoli e con patine di alghe putrefatte che ricoprivano ogni angolo della superficie lacuale.

“Sono qui dalle 15 e mi ha impressionato la mole di schiuma che ricopre gran parte del “Maremorto”. Sino ai giorni scorsi non era presente questa  situazione – commenta un passante – purtroppo dobbiamo costantemente fare i conti con qualche novità che rovina il nostro ambiente. Se questa IMG_4580schiuma proviene dall’area di cantiere, non era possibile prevedere prima questi intoppi? E’ ovvio che se non si estrae nei giusti modi la sabbia dai fondali inquinati, alla fine succede quello che sta accadendo”.

  Perplessità che hanno poi spinto alcuni cittadini a contattare le autorità competenti in materia ambientale.

A prendere atto della situazione sono stati i Carabinieri, la Polizia Municipale, la Guardia Forestale, i NOE e l’Arpa Campania che avrà successivamente il compito di effettuare dei prelievi utili per comprendere la natura della schiuma ed il grado di inquinamento che la stessa ha avuto ed avrà sull’ecosistema del lago.

In zona giungevano anche rappresentanti di associazioni attive sul territorio i quali, sebbene la mancanza di luce per il sopraggiungere della sera, hanno potuto fotografare la condizione di fatiscenza.

Le immagini saranno poi diffuse a mezzo stampa, ed in parte verranno utilizzate per esporre ufficiale IMG_4605denuncia utile per comprendere le cause di questo fenomeno assolutamente inusuale.

Inoltre in prossimità del cantiere, su cui giungevano in serata anche funzionari del Comune di Bacoli, i cittadini hanno potuto ravvisare la presenza, ai margini della montagna di sabbia innalzata all’interno del lago, di granelli di sabbia di color bianco e di una puzza nauseabonda all’altezza delle pompe di sollevamento di Miliscola.

Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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Liberata la Nave Rosalia D’Amato, Ecco le Prime Immagini dei Marinai di Procida - VIDEO

image Quelle che mostrano il video sono immagini eccezionali e che vi possiamo mostrare grazie al Sito della Marina Militare Italiana sul quale sono state caricate in queste ore. Si riferiscono alla notte di sabato 26 novembre 2011 e ritraggono un team di specialisti del cacciator pediniere Andrea Doria che per risolvere dei problemi di natura tecnica accostano e salgono sulla nave Rosalia D'Amato poche ore dopo la liberazione dell'equipaggio tenuto ostaggio dei pirati somali per oltre sette mesi.

E' un filmato che fa rabbrividire chi da mesi segue le drammatiche vicende dei sequestri delle navi italiane nel Corno D'Africa e che rappresentano la conferma ufficiale della liberazione della nave battente bandiera italiana che a bordo conta la presenza di sedici marittimi filippini e sei italiani tra cui i procidani Gennaro Odoaldo e Vincenzo Ambrosino.

Ora la nave Rosalia D'Amato, i cui uomini dell'equipaggio stanno tutti bene così come nei giorni scorsi abbiamo potuto ascoltare dalla voce del Comandante Orazio Lanza in una telefonata avvenuta col giornalista Gaetano Baldi di "LiberoReporter", si sta dirigendo verso un porto dell'Oman da cui nei prossimi giorni i nostri marittimi raggiungeranno l'Italia.

Ora nelle mani dei pirati somali da ormai dieci mesi c'è ancora la nave "Savina Caylyn" ai cui uomini dell'equipaggio auguriamo un presto ritorno a casa. L'Isola di Procida dopo Gennaro Odoaldo e Vincenzo Ambrosino aspetta col fiato sospeso che finisca anche la prigionia degli altri suoi due figli, Enzo Guardascione e Giuseppe Lubrano Lavadera.

Gennaro Savio

Discariche a Bacoli, Nasce il Coordinamento NO CAV: “La Differenziata Non Si Fa Con le Cave di Rifiuti”

image La Redazione di Freebacoli pubblica di seguito il documento protocollato la scorsa settimana dal Coordinamento NO CAV , nato a Bacoli ma i cui temi sono condivisi da tanti altri comitati dell’area flegrea e dell’intera Provincia di Napoli.

L’obiettivo del Coordinamento, fatto di un insieme di gruppi presenti sul territorio, è quello di proporre un nuovo ed alternativo piano di gestione dei rifiuti, che abolisca quindi la possibilità di creare nuova cave in cui scaricare rifiuti non riutilizzabili.

Punti inderogabili in vista di una raccolta differenziata di qualità che ben sono stati riassunti dalla giornalista de “Il Mattino”, Patrizia Capuano, attraverso un articolo pubblicato stamane sulla testa cartacea del quotidiano

AL SINDACO
COMUNE DI BACOLI

In data 21/11/2011 si è costituito il coordinamento NO CAV per dire no all'accordo di programma sui rifiuti che l'Amministrazione Provinciale di Napoli intende sottoscrivere con i comuni della Provincia.

Il suddetto accordo prevede:

- la suddivisione dei comuni per aree secondo il criterio della vicinanza territoriale

- l'individuazione in ciascun comune della provincia di cave abbandonate nelle quali conferire rifiuti catalogati con codice CER 19.05.03. Questa tipologia deriva dal rifiuto indifferenziato ed è nota con il nome FOS (frazione organica stabilizzata) che per essere riutilizzata deve passare attraverso meccanismi di stabilizzazione biologica in impianti specializzati. Gli impianti che dovrebbero trattare questi rifiuti sono quelli “mal funzionanti” di Tufino e Giugliano che hanno prodotto le famose false “eco balle” e causato il ben noto disastro ambientale della Regione Campania.

Quindi le nostre cave non accoglierebbero rifiuti sicuri ma solo rifiuti pericolosi.

Il coordinamento NO CAV dice no all'accordo di programma perché:

- riempire cave di rifiuti è un atto di inciviltà che va contro l'obiettivo di diffondere e migliorare la raccolta differenziata

- i rifiuti che le cave dovrebbero accogliere non verrebbero trattati adeguatamente per mancanza di impianti idonei e quindi sarebbero pericolosi per il sottosuolo e per tutto l'ambiente

- anche in presenza di impianti adeguati il rischio inquinamento ambientale non è del tutto escluso.

Il coordinamento NO CAV propone:

- respingere l'accordo di programma

- utilizzare i fondi pubblici non per la sistemazione delle cave ma per sostenere ed incentivare la raccolta differenziata soprattutto nei comuni in difficoltà

- realizzare siti di compostaggio

- realizzare piattaforme per la separazione dei rifiuti dando cosi la possibilità al Comune di vendere i materiali differenziati e ottenere entrate significative per l’ente che potrà ridurre la tassa sui rifiuti e migliorare i servizi

- incentivare e sostenere attività (anche imprenditoriali) che perseguono la finalità della riduzione a monte della quantità di rifiuti (utilizzo di detergenti alla spina, prodotti sfusi come cereli, legumi, latte,acqua,etc)

- incentivare la nascita e lo sviluppo di imprese (costituite prioritariamente da giovani) impegnate nel riciclaggio del differenziato per il completamento del ciclo integrato dei rifiuti

Il coordinamento NO CAV richiede un incontro urgente con il Sindaco sull’accordo di programma proposto dall’Amministrazione Provinciale di Napoli e la possibilità di esprimere le proprie posizioni, tramite un rappresentante, nella Commissione Ambiente e nel Consiglio Comunale ogni qual volta all’ordine del giorno sia prevista la discussione del tema oggetto della presente comunicazione.

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Il coordinamento è formato dai seguenti soggetti:

SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA’

PARTITO DEMOCRATICO

ITALIA DEI VALORI

FEDERAZIONE DELLA SINISTRA

COMITATO DELLE PERIFERIE

COMITATO PER LA TUTELA DELLA SALUTE PUBBLICA

COMITATO POGGIO

IO CI STO

PERCORSI INVERSI

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lunedì 28 novembre 2011

Iannuzzi Vende la “Sua” Monte di Procida: Fondo Rustico “Ciauliello” Messo all’Asta per 440Mila Euro

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Ancora un immobile comunale posto in vendita dall’attuale Amministrazione guidata dal sindaco Franco Iannuzzi. Il Comune di Monte di Procida ha infatti emesso, nella giornata di giovedì, 24 novembre, un bando per la vendita dell’immobile di proprietà comunale ubicato in via Filomarino.

Si tratta del bene comunemente noto come il “Ciauliello”, uno dei pochi fondi rustici che, sino ad oggi, aveva mantenuto le peculiari caratteristiche degli storici cellai montesi, quando il piccolo promontorio flegreo contava un gran numero di vigneti, poche abitazioni e una fittissima vegetazione.

Stracciatissimo il prezzo fissato a base d’asta:440 mila euro!!

Il bene, verrà aggiudicato a chi avrà presentato l’offerta più conveniente in aumento rispetto all’importo stabilito. Le domande dovranno essere fatte pervenire al Municipio, in via Ludovico Quandel entro e non oltre le 13 del 15 dicembre prossimo, mentre, nel pomeriggio stesso, a partire dalle ore 17, è previsto l’esperimento dell’asta in seduta pubblica. Le generalità, i moduli per la partecipazione e tutte le informazioni utili sono consultabili nella sezione “Albo Pretorio” del sito istituzionale del Comune di Monte di Procida. Offerta vantaggiosissima ed irripetibile (o almeno questo è quello che ci si augura).

In tempo di crisi, anche le svendite sono un ottimo serbatoio di “incassi”.

L’immobile (costituito da un cellaio e terreno annesso) e la sua vendita rientrano nel “Piano per l’alienazione dei beni patrimoniali immobiliari di proprietà comunale”, approvato, con delibera di Consiglio Comunale, lo scorso 13 luglio. Una riunione del parlamentino civico, quella, decisamente infuocata, interamente dedicata all’approvazione del bilancio e alle manovre necessarie affinché “quadrassero i conti”.

In quella occasione, la motivazione della manovra per un “carpe diem” senza precedenti, da parte capogruppo di maggioranza, Domenico Scotto di Carlo fu forte e chiara: “Le proprietà di Monte di Procida sono tesori. Se alcune non fruttano nulla il Comune ha il dovere di valorizzarle. Anche le entrate sono ricchezze”.

Ma, c’è da dire, che la cittadina flegrea, ad oggi, non ha ancora un “Inventario dei beni immobili comunali” con il quale potersi confrontare ed avere un quadro sistemico del disegno urbanistico del patrimonio pubblico. Per ciò che concerne le entrate che dovrebbero confluire nelle casse comunali, sembrerebbero essere già “vincolate” le destinazioni d’uso.

A sottolinearlo, infatti, durante la terza ed ultima seduta di Consiglio comunale prima del ferragosto, il vicesindaco Vincenzo Lucci. “Sfruttando gli ‘incassi’ finanzieremo importanti opere pubbliche quali la riqualificazione di Acquamorta; la ristrutturazione dei centri storici; la realizzazione di una struttura polifunzionale a Cappella e un potenziale nuovo parcheggio in Corso Umberto per favorire lo sviluppo del cuore del paese e lo scorrimento della viabilità”. Ma, prendendo spunto da un antico detto, tra il dire e il fare, c’è di mezzo la “volontà”.

E, facendo un approssimativo conto degli investimenti che quest’amministrazione ha fatto e continua a fare, tutti in un’unica direzione, a breve dovremmo camminare su strade tappezzate di diamanti e pepite d’oro e goderci la bella stagione in un porticciolo da fare invidia al porto Hercule di Montecarlo.

Melania Scotto d’Aniello
Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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domenica 27 novembre 2011

Blitz su “La Curva”: Politici ed Imprenditori Mettono le Mani su CIC e Porto Turistico di Miseno - VIDEO

image C’è qualcosa che non torna nella gestione del Centro Ittico Campano, società municipalizzata proprietaria di più del 20% dell’intero territorio bacolese: resta nell’abbandono l’area dell’ex ristorante “La Curva”.

E’ enigmatico il presente, e di certo anche il futuro, dello stabile posto sulla sponda del lago Miseno in via Lungolago che, a seguito di un bando pubblico e dietro lauti pagamenti annuali, veniva dato nuovamente in gestione a privati in vista di un rilancio ad oggi non ancora avvenuto.

Interrogativi attuali, figli di passate vicissitudini fatte di incomprensioni, abbandoni, incendi e nuovi affidamenti. Eventi da raccontare nel dettaglio e che, nella loro semplicità, ben esplicano le difficoltà e le incongruenze di questi primi 18 mesi di amministrazione Schiano in gran parte interessati dal “fiato sul collo” della Direzione Distrettuale Antimafia, quotidianamente attenta agli sviluppi della “Spa” di proprietà per il 99,97% del Comune di Bacoli.

L'Affidamento de “La Curva”: Si Parte dal Bando Pubblico

E proprio il modo in cui si era pensato di amministrare il caso “La Curva”, per stessa ammissione del sindaco Ermanno Schiano e del suo “amico” presidente del CIC Daniele Perna, rappresentava “il diamante prezioso” della legalità e della trasparenza che chi governa ritiene di aver portato all’interno della società di via Vanvitelli.

L’ex ristorante era compreso tra quelle aree, ricadenti in area CIC, i cui concessionari si erano resi morosi verso l’ente pubblico non provvedendo al pagamento dei canoni mensili fissati dalle tabelle dei passati presidenti della società.

image Una realtà purtroppo abbastanza diffusa a cui, ai mancati pagamenti, si affiancano decine di concessionari non in regola con i conti: si va da coloro che pagano a singhiozzo, a quelli che pur non rinnovando i contratti continuano a vivacchiare “alla grande” sui terreni pubblici, agli altri che esercitano attività commerciali in edifici o costruzioni del tutto abusive ed incondonabili, sino a giungere a quella grossa schiera di affittuari che, nonostante opulenti introiti (soprattutto in estate), pagano 100 euro all’anno per gestire terreni i quali, sebbene abbiano finalità agricole, vengono utilizzati come grossi parcheggi “fronte mare”

Ma per “La Curva” si pensava ad un “innovativo modus operandi”: allontanare colui che non paga e mettere a bando il bene privo di concessionari.

Nulla di più normale in un territorio per l’appunto “normale”. Ma a Bacoli la concessione di 1/5 dei beni bacolesi era sempre stata effettuata attraverso “trattative private” o mediante concessioni tramandate di padre in figlio. E se si pensa che la città nell'ultimo decennio (da quando il CIC è divenuto di proprietà dei cittadini bacolesi) è stata amministrata proprio da gran parte di coloro che siedono tra i banchi della maggioranza vigente, non c’è di certo da stupirsi se anche l’attuazione dell’ “innovativo modus operandi” non abbia portato a risultati positivi.

Primo Colpo di Scena: Vince Salvatore Fevola Triplicando la Base d’Asta e il CdA Si Dimette

Così viene presentato un concorso che, tenendo conto dei nuovi canoni tabellati dettati dalle incongruenti "Tabelle Matarazzo” con cui si paragonano i terreni del Centro ittico a quelli degradati di Castel Volturno, parte da una base d’asta di 24 mila euro annui. Cifra assolutamente irrisoria se si pensa che l’aggiudicatario dell’asta decide di triplicare la somma raggiungendo quota pari 62.700 euro all’anno.

image Una discrepanza sostanziale tra il prezzo di base e quello reale che ha determinato in pochi giorni l’arrivo al CIC degli uomini della DDA e le dimissioni dell’intero Consiglio d’Amministrazione.

Il vincitore della “corrida di luglio” è Salvatore Fevola, imprenditore da anni presente sul territorio e proprietario di un esercizio commerciale in Cappella, pronto a far rinascere la struttura attraverso nuovi investimenti. Un nome inaspettato uscito fuori dal nulla, capace di superare al fotofinish altri illustri papabili investitori. Ma, terminata la festa, cominciano a seguirsi una lunga serie di avvenimenti inusuali.

Secondo Colpo di Scena: "Ignoti Cercano di Dare alle Fiamme “La Curva”

La sera del 28 agosto, diverse settimane dopo il termine del bando e pochi giorni prima della data prefissata per la firma ufficiale del contratto di concessione, un gruppo di ignoti cerca di dare alle fiamme l’ex ristorante. Un tentativo per poco non riuscito che in ogni caso attirò l’attenzione di carabinieri, polizia municipale e della DDA. Numerosi difatti erano i sospetti circa un’intimidazione effettuata ai danni del prossimo locatario o di una sorta di ritorsione verso la dirigenza del CIC o verso terzi.

Ipotesi scottanti che determinarono, per più di una volta, la chiamata in Caserma proprio di Fevola nella speranza che lo stesso potesse sapere qualcosa in più circa l’increscioso tentativo d’incendio.

Terzo Colpo di Scena: Fevola Non Firma il Contratto e il CIC Passa alla “Nereide Sas”

Si giunge così a settembre ed il contratto, quello ufficiale, resta ancora privo di firma. Fevola difatti, rileggendo il testo dell’accordo, viene a conoscenza di alcune clausole prima non balzategli agli occhi: tra i motivi del contendere vi è il numero di anni di concessione. Dal classico 6+6 (da adottare secondo la normativa nazionale per tutti i contratti di tipo commerciale), si presentava invece un’enunciazione poco chiara che, a detta di Fevola, portava a 6 e non più a 12 gli anni di concessione.

imageIntoppo bizzarro che conduce al nuovo colpo di scena di fine settembre: secondo il CIC scadono i termini per la firma del contratto e la posizione di Salvatore Fevola decade per lasciar spazio al secondo in graduatoria. Decisone frettolosa che, in questo turbine di novità, non tiene conto di una nota inviata dal legale dell’imprenditore di Cappella alla sede del CIC, in cui si chiedono delucidazioni sulla natura del contratto.

Ma Daniele Perna tira dritto e, in un silenzio inusuale per una società che in quanto pubblica dovrebbe pubblicizzare all’inverosimile ogni proprio provvedimento, l’area ex “La Curva” viene data in concessione al numero due della lista di pretendenti: la Nereide Sas.

Ente che aveva offerto soltanto 200 euro in meno del primo aggiudicatario ma a cui, all’atto della stipula del contratto ufficiale, viene chiesto di pagare non i 62.500 euro precedentemente offerti, bensì una cifra pari a 62.700 euro.

Pretesa assurda che andrebbe ad inficiare l’intera procedura concorsuale, determinando quindi un affidamento attraverso una vera e propria trattativa privata (provvedendo quindi a rispristinare il passato “modus operandi” tanto apparentemente contestato): ma dinanzi a nessuna opposizione, ed approfittando anche del silenzio in cui si è svolta la faccenda, la Nereide coglie al volo l’opportunità e paga in contanti, dando quindi un po’ d’ossigeno ad una società in forte crisi economica e soprattutto finanziaria.

Quarto Colpo di Scena: Rapporto Tra Società, Imprenditori e Consiglieri Comunali. La Denuncia in Consiglio del 2009

Verrebbe da chiedersi: “Chi sono codesti?”. Siamo parlando di una società di proprietà di cittadini bacolesi di cui nulla si conoscerebbe se non fosse per un intervento effettuato in Consiglio Comunale dall’ex consigliere indipendente Giacomo Perreca.

imageL’oggetto della discussione è il tanto decantato “Porto Turistico di Miseno” e la data in cui si è svolta l’assise, una delle ultime della gestione Antonio Coppola (quella sostenuta da gran parte degli attuali consiglieri in quota Ermanno Schiano), è il 18.05.2009.

“Sono costretto a contestare integralmente ed a DENUNCIARE il gravissimo tentativo di un ennesimo colpo di mano ai danni della cittadinanza bacolese, che rischia di essere definitivamente privata del godimento della rada di Miseno, del Lago Miseno o "Maremorto" e delle spiagge che affacciano sulla rada di Miseno, costituita per realizzare una speculazione a vantaggio di quei pochi privilegiati, professionisti, imprenditori e politici, che ne fanno parte.
Quel progetto, denominato PRO.MIS., tutela soltanto gli interessi privati di numerose imprese e di singoli cittadini in società con vecchi e nuovi amministratori pubblici del Comune di Bacoli. Infatti, esso ha previsto la costituzione di una società consortile denominata MARINA di MISENO S.r.l. con sede in Via Lucullo n. 43 – BAIA – BACOLI, alla quale sarebbero affidate "le successive fasi operative ed attività gestionali".
Il capitale di quella società è di € 81.545,84 ed è ripartito fra le seguenti società – continuava Perreca -  POSIDONIA YACHT CLUB S.r.l., MISENO MARE S.r.l., AGRIPPA S.r.l., SVILUPPO MISENO S.r.l., RESEARCH S.p.A., SV.IMM. SVILUPPO IMMOBILIARE S.r.l., NEREIDE S.a.s..
Soci di queste società sono altre società, in un sistema di scatole cinesi, sicché molti dei titolari effettivi non possono essere individuati in quanto, nascosti dietro compiacenti intestazioni”.

Una serie di constatazioni (CLICCA QUI per visionare l’intero documento) mai smentite ufficialmente da nessuna delle società interessate e dagli stessi amministratori passati ed attuali (che paradossalmente sono in gran parte gli stessi) da cui si evince anche il nome della nuova aggiudicataria della struttura posta “fronte lago”, proprio a pochi metri dall’ipotetica postazione del porto turistico di cui sopra.

imageColpi di scena, fuochi d’artificio, intrighi e documenti ufficiali.

“Ma perché si continua a parlare di porti commerciali e porti turistici, se Bacoli non ne ha neanche uno?”, ipotizzerà qualcuno tra i lettori al termine dell’analisi sovraesposta.

Amministrazione Schiano e Deleghe alla Portualità

Beh, effettivamente i conti non tornano anche se, spulciando tra gli incarichi ufficiali del nuovo (lavato con Perlana) esecutivo Schiano, un dato lascia ancor più perplessi: la città non ha porti ma dal maggio 2010 può vantarsi di avere un assessore con specifica delega alla Portualità.

L’incarico è stato affidato al vicesindaco Michele Massa, ex sindaco di Bacoli nel ‘94 in quota DC e subentrato in corsa a Ferdinando Ambrosino, ex primo cittadino che decise all’epoca di sedere sulla poltrona più alta dell’allora Centro Ittico Tarantino Campano.

Un bel dipinto conterraneo saturo di poche luci e troppe ombre. Conclusione? Siamo a dicembre ed “il diamante prezioso della legalità e della trasparenza che chi governa ritiene di aver portato all’interno della società di via Vanvitelli” è ancora espressione di degrado e fatiscenza.

Redazione Freebacoli
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Corteo da Cappella al Municipio, Grossa Partecipazione degli Alunni della “Gramsci”: “Non Siamo in Vendita” - VIDEO

imageGenitori, alunni, insegnati e semplici cittadini: sfila da Cappella al centro di Bacoli il corteo in difesa delle scuole pubbliche di Bacoli.

Si è svolto nonostante il boicottaggio dell’amministrazione comunale e le false comunicazioni diffuse a mezzo stampa (quella prepagata con i soldi della collettività) la pacifica manifestazione di dissenso verso la scelta dell’esecutivo Schiano di mettere in vendita tre plessi didattici da decenni presenti sul territorio comunale.

Una decisione scellerata, che documenteremo in seguito con altri e più dettagliati articoli, su cui si alzato il grido dei manifestanti tra cui si configurava una folta presenza degli alunni della scuola media Gramsci imageche, sorvegliati da genitori e servizio d’ordine, hanno avuto modo di esternarne le proprie perplessità contro un piano di dimensionamento scolastico contestato da più parti.

 A termine del corteo i manifestanti, ricevuti in delegazione dall’amministrazione, hanno chiesto un incontro con il sindaco Ermanno Schiano il quale, dopo aver ribadito dinanzi ad un gruppo di genitori la sua ferma volontà di non voler fare alcun tipo di passo indietro, ha preferito allontanarsi dalle contestazioni uscendo frettolosamente dalla porta secondaria del Municipio di Bacoli.

Ad aspettarlo, in prossimità dell’area di fuga, lo storico autista (pagato con soldi pubblici) alla guida della macchina istituzionale ( la cosiddetta “auto blu” sovvenzionata sempre dai soldi della collettività), grazie a cui il primo cittadino di Bacoli ha evitato le contestazioni frontali dello sparuto gruppo di manifestanti rimasti in prossimità della Casa Comunale.

Redazione Freebacoli
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sabato 26 novembre 2011

Baia, L’Impero della Monezza: Doveva Essere “la Capitale della Nautica” ed Invece è un Porcile - FOTO

image Spiagge-letamaio in inverno: dopo gli eventi internazionale giace nel degrado la spiaggia di Baia.

A lanciare l’allarme, con tanto di foto scattate soltanto pochi giorni fa, è il gruppo facebook “SOS Patrimonio Napoli”, portale di denuncia ed inchiesta interamente dedicato alle vicissitudini del patrimonio archeologico, naturalistico e sociale del napoletano e gestito dal giornalista Antonio Cangiano.

imageUn’assurda condizione di fatiscenza, quella baiese, che ha quindi scosso l’attenzione anche di organi di stampa sovralocali riportando quindi alla ribalta il tema delle “spiagge flegree”. Arenili pubblici lasciati nell’incuria spesso anche d’estate quando, così come per tutto il resto dell’anno, a ripulirli dovrebbero essere i dipendenti comunali o i concessionari che occupano i nostri beni.

Ed è quindi in tal senso che si coglie l’occasione per rilanciare nuovamente la petizione popolare, firmata da 2000 cittadini, indirizzata ai sindaci dell’area flegrea. imageDocumento popolare, avente ad oggetto la paradossale condizione in cui versano le spiagge del territorio, a cui non risulta esser giunta alcun tipo di risposta ufficiale.

Clicca Qui per leggere la Petizione Popolare promossa dal Comitato “Spiagge Beni Comuni – Area Flegrea”

Si lascia ora spazio al testo riportato presso il gruppo facebook “SOS Patrimonio Napoli”, relativo alle condizioni di degrado in cui risulta essere confinata l’arenile pubblico di Baia.

image “Degrado diffuso sulla spiaggia di Baia. L’arenile che solo poche settimane fa ha ospitato il “Gran Premio del mare Città di Bacoli”, competizione internazionale di off shore, ridotto ad una discarica di rifiuti. E dal mare spuntano i resti arrugginiti di antiche imbarcazioni affondate nella rada, segno di una bonifica non ancora completata.

PASSATA LA “FESTA”

Spazzature, plastica, polistirolo, ma non solo; anche resti di un relitto arrugginito sul bagnasciuga ed altri che spuntano dal mare. imageE’ la triste cartolina che accompagna chi ha voglia di fare una passeggiata sull’ arenile di Baia. Eppure solo poche settimane fa la rada era stata scelta per ospitare il “Gran Premio del mare Città di Bacoli”, gara di off shore dal respiro internazionale organizzata dal Comune di Bacoli con UIM, FIM e Cantieri Navali Postiglione. Ora, passato l’evento, l’arenile è ridotto ad una discarica di spazzatura.

NON SOLO RIFIUTI

L’area, dove un tempo giacevano navi commerciali in attesa di smaltimento, non è stata completamente bonificata e i resti sono ancora pericolosamente visibili. imagePer accertarsene basta raggiungere il bagnasciuga. Tra le onde sono ancora visibili gli avanzi di una carena non rimossa e poco lontano, piloni di ferro arrugginito spuntano pericolosamente dalla sabbia”.

Non ci resta, riprendendo una citazione presente anche sul gruppo sopracitato, quanto asserito tempo fa dall’indimenticato Peppino Impastato: “ Bisognerebbe ricordare alla gente che cos'è la bellezza. Aiutarla a riconoscerla, a difenderla. E' importante la bellezza, da quella scende giù tutto il resto.”

Redazione Freebacoli
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Pozzuoli, Il Nuovo Commissario Arriva dai “Palazzi Romani”: Mastrolitto Non Tocchi il Waterfront Flegreo

image Pozzuoli, dopo l’ennesimo fallimento della politica locale, ha un nuovo commissario prefettizio: sarà Ugo Mastrolitto a traghettare la città dal tempestoso inverno flegreo sino alla prossima primavera elettorale.

Intervistato ieri mattino da “Quarto Canale”, il neo-commissario può vantare un corposo curriculum vitae fatto di cariche altisonanti e di numerosi anni passati all’interno del palazzi romani. Ed è proprio di quei tempi un'intervista rilasciata dallo stesso lo scorso mese di febbraio ed in cui, oltre a raccontare le proprie esperienze passate, viene definito come “una garanzia di efficienza”

Fra i risvolti politici ed istituzionali, legati ad un cambio dell’Esecutivo, vi sono il riequilibrio dei meccanismi di sicurezza delle sedi di governo, in questo frangente il funzionario di Polizia chiamato a questo compito è un uomo di provata esperienza, al suo terzo cambio di governo,una garanzia di efficienza.

Nato a Napoli nel 1946, laureato in giurisprudenza, è in Polizia dal 1971. Nel 1988 viene promosso come Primo Dirigente, mentre nel 1991 riveste il ruolo di Dirigente Superiore divenendo in seguito Dirigente Generale destinato prima all’Ispettorato Viminale e poi, dal 19 gennaio del 2004, alla dirigenza dell’Ispettorato di P.S. di Palazzo Chigi.

All’epoca delle dichiarazioni, e richiamando alla memoria gli ultimi cambi di governo nazionale, Mastrolitto asseriva: “L’attività di vigilanza e sicurezza svolta dall’Ispettorato a protezione delle sedi di governo, comporta un giornaliero sensibile impegno da parte di tutto il personale dipendente. imageComprensibilmente tale compito diventa più gravoso nei delicati momenti dei cambi di governo, allorché bisogna saper ricreare, in tempi brevissimi, la fiducia, la stima e la piena collaborazione da parte dei vertici politici ed amministrativi della Presidenza del Consiglio”.

Tra gli incarichi svolti si segnala la direzione di indagini dettagliate verso la Questura e la Provincia di Imperia, realtà caratterizzata da forti infiltrazioni delle organizzazioni criminali nel tessuto economico e sociale, come ampiamente documentato dalla direzione investigativa antimafia e dalla direzione nazionale antimafia nelle rispettive relazioni annuali.

Mastrolitto Lasci Stare il Waterfront Flegreo

In vista dell’incarico puteolano, Mastrolitto troverà non poche difficoltà in relazione ai processi di evoluzione del progetto “Waterfront" Flegreo” che, di riflesso, oltre al Comune di Pozzuoli interesserà l’intera costa flegrea, nonché l’entroterra.

Un tema scottante, molto caro a diverse forze dei “palazzi romani”, per il quale non sarebbe di certo auspicabile una gestione di carattere commissariale che, senza il controllo della politica (sia quella con la “P” maiuscola che quella con la “p” minuscola), porterebbe a compimento progetti non opportunamente valutati dalla cittadinanza (puteolana e, soprattutto, flegrea).

Bacoli, Monte di Procida e Quarto Si Diano una Mossa

Popolazioni limitrofe che, se si considera il menefreghismo delle amministrazioni di Bacoli, Monte di Procida e Quarto, non conoscono né l’esistenza di tale “maxi-progetto”, né le conseguenze (negative e positive) che lo stesso potrebbe avere sulle proprie economie e nei propri territori.

Ed è per questo che, per l’ennesima volta, si fa appello ai sindaci Schiano, Iannuzzi e Giarrusso, di interessarsi alle sorti ed alle vicissitudini di una progettazione permanente che, in quanto flegrea e poiché riguarderà una fascia di costa foriera in tempi passati di lavoro ed occupazione, interessa anche le cittadinanze da loro rappresentate.

Si abbia pertanto la decenza di svegliarsi dallo stato di coma profondo imposto da chi non ha la volontà di far conoscere le sorti future di un’area d’immenso valore paesaggistico, sociale, economico e storico per l’intera area napoletana.

Da Nisida a Miseno.

Quarto Canale

Redazione Freebacoli
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Maggioranza Allo Sbando, Consigliere Pdl Lascia la Commissione “Ambiente”: E’ il Secondo in un Mese

image L’irresponsabilità dei politicanti cittadini rallenta i lavori delle commissioni, mettendo in difficoltà i partiti di cui sono fieri rappresentanti in Consiglio Comunale: fioccano dimissioni nella maggioranza berlusconiana.

E’ inverosimile, nonché increscioso, l’atteggiamento con il quale pseudo garanti del bene comune intendono amministrare una città che, tra mille difficoltà, deve periodicamente confrontarsi con le bizze di coalizioni d’interesse e consiglieri “scalda poltrona”.

Ma se gli esempi in tal senso addirittura si sprecano, merita quantomeno di essere menzionato l’ultimo andirivieni messo in piedi da chi è deputato a governare la città di Bacoli, relativo al blocco forzato inflitto alla Commissione Ambiente.

La Storia della Commissione Ambiente

Un organo consiliare, inizialmente insediatasi come assise straordinaria “a tempo limitato” e battezzata con il nome di “Mare e Laghi”, venne istituita lo scorso anno su richiesta del consigliere indipendente Josi Gerardo Della Ragione, venendo poi sciolta per “eccessivo impegno”. In pratica alle assise pubbliche della medesima, dopo un’iniziale opera collaborativa, fecero mancare il proprio apporto i consiglieri della maggioranza (di cui non si elencano i nomi onde evitare fastidiosi conati di vomito) che, non presentandosi alle riunioni della Commissione, non ne permettevano nemmeno l’apertura.

image Un’azione scellerata, tutelata dai silenzi degli organi di controllo e dai mancati richiami del Presidente del Consiglio Comunale (istituzione “superpartes” la quale, anziché assicurare equità ed imparzialità, si poneva al di sopra delle parti per privilegiare soltanto quella dei suoi amici di maggioranza) portata avanti per non approvare un verbale d’assise da cui si evincevano le carenze igienico sanitarie e strutturali dei capannoni della Cooperativa Avino.

I Giochetti della Maggioranza e l’Intervento dei NOE

Sito in cui tutt’oggi lavorano più di sessanta operai della nettezza urbana e che per decenni è stato posto nel dimenticatoio acuendone le criticità.

In ogni caso quel verbale, con tanto di foto e video dello stabile, fu comunque inviato tempo fa dal consigliere Della Ragione alle autorità di controllo: e dal mese scorso il Nucleo Operativo Ecologico dell’Arma dei Carabinieri ha cinto d’assedio gran parte della struttura utilizzata dalla municipalizzata Flegrea Lavoro.

La commissione fu quindi sciolta dal Consiglio Comunale nel febbraio 2011 con la nomina di un nuovo organismo istituzionale, questa volta permanente. Dei cinque consiglieri comunali che la costituirono ben quattro erano rappresentanti della maggioranza Ermanno Schiano, mentre il restante veniva affidato ad un membro del Partito Democratico (in pratica alla minoranza della maggioranza).

La Nuova Commissione Monopolizzata da Chi Comanda

imageAll’atto dell’insediamento la formazione dell’armata Brancaleone era: Gino Illiano (Presidente), Antonio Carannante, Salvatore Grande, Geppino Laringe e Franco Macillo. Tutti volti nuovi della politica locale, non c’è alcun dubbio. Il meno esperto tra loro bazzicava allegramente anche tra gli scranni del Senato Imperiale d’epoca romana, mentre il più anziano ha contribuito alla costituzione delle “Polis” (quelle dello Scalandone, s’intende), interpretando in senso prettamente culinario-clientelare il concetto di “Magna Grecia”.

A rafforzare la gioventù dell’assise ha contribuito all’atto dell’insediamento anche l’esperto comunale invitato per illustrare la questione “Cave di rifiuti a Bacoli”: Michele Balsamo (alias “dito di polvere”).

Ma la combriccola, alla maniera della schiera di amici e conoscenti del Decamoron di Boccaccio, dopo un paio di riunioni inutili ed altre andate addirittura deserte, perdeva i primi pezzi.

Le Dimissioni di Antonio Carannante

A rassegnare le dimissioni fu, un mesetto fa, il vice capogruppo in Consiglio del Popolo della Libertà Antonio Carannante. Tra le motivazioni del suo inaspettato addio, oltre alle canoniche “ragioni personali” trascritte su carta, seguirono quelle proferite in Consiglio Comunale: “Purtroppo non avrò più tempo per dedicarmi a questa commissione. A breve riceverò importanti incarichi dal partito”.

E cosa spetterà mai al vecchio sostenitore di Antonio Illiano ed Antonio Coppola. Qualche incarico CIC? Giammai, cosa dovrebbe farsene e, soprattutto, cosa gli potrà interessare delle sorti dei terreni, delle concessioni e degli specchi acquei del Centro Ittico Campano?

imageBeh forse a ben pensare, visti gli attuali contrasti “romani”, potrebbe essere chiamato da Neo-Ministro Mario Monti come Sottosegretario all’Economia.

Udc, Pdl: Amore a Prima Vista

Intanto al suo posto il Popolo della Libertà, per la felicità del partito di Ambrosino & Co, piazzava l’uddicino Vincenzo Marotta. Un’opera di avvicinamento verso l’ambito “Grande Centro” già in parte pregustato da alcuni rappresentanti del Popolo della Libertà paesano (e parliamo dei capi, non di semplici gregari).

Le Dimissioni di Salvatore Grande

Ma il tempo per esultare è troppo poco. Alla sostituzione in famiglia di qualche settimana fa, segue un nuovo manoscritto di dimissioni: a fuggire dalla scottante Commissione Ambiente è questa volta il consigliere delegato ai Trasporti, Salvatore Grande.

“Vado via per motivi politici e personali”, scrive l’ex socialista, ex lista civica, ex Pd ed attuale fedelissimo della ciurma berlusconiana.

imageForse anche per lui, ragionando prettamente sulle motivazioni di carattere politico, sta per arrivare qualche nuova onorificenza. Chissà, la Presidenza del Consiglio Comunale ad esempio.

Poltrona particolarmente ambita da un anno e mezzo dal Grande consigliere con cui, senza fare assolutamente nulla se non spegnere il microfono ai consiglieri dissidenti ogni qual volta che te lo impone il sindaco o qualche funzionario travestito da Presidente di Corte Costituzionale, ti riesci a ficcarti in saccoccia circa 1000 euro al mese.

Un Governo di Quaquaraquà ed Ominicchi

Ed anche questa, nel suo piccolo, è l’appendice della Casta politica (quella con la “P” infinitamente minuscola).

“Quando terminerà questa pagliacciata?”, si chiederanno i più intrepidi.

Beh, non è dato a sapersi. L’unico dato certo è che queste “mummie” della politicuccia del nuovo millennio avranno vita facile fin quando il popolo, quello che in ogni caso resta e resterà sovrano, non si sveglierà dal letargo in cui risulta essere confinato da decenni.

Nessun giudizio infine è da riservarsi alla banda di dimissionari (“branco di oche”) e di assenti volontari (“un vero esercito”) sopra menzionati. Al lettore la possibilità, dati di fatto alla mano, di valutare le gesta del proprio rappresentante politico.

A noi non resta altro che mostrarvi, qualora abbiate dubbi, il ventaglio di opportunità posto al vostro cospetto.

Buona decisione.

Redazione Freebacoli
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venerdì 25 novembre 2011

Dondolo “Scuole”, Il Comune Boicotta le Manifestazioni Promettendo la Luna: La Protesta Non Si Ferma - VIDEO

image Continua il nostro viaggio nel mondo della “Scuola”, raccontando quanto successo in queste ultime settimane in relazione alla scottante problematica del dimensionamento scolastico.

Per questo motivo lo Speciale Dondolo di questa settimana è interamente dedicato alla tematica “Scuole”, trattando anche il tema della dismissione e svendita dei plessi scolastici comunali.

Nelle immagini, divise in tre parti per ragioni di lunghezza, viene descritta l’evoluzione della protesta in difesa delle scuole pubbliche bacolesi che, nonostante le nefaste scelte amministrative, non si fermerà.

Una battaglia di civiltà caratterizzata sino adesso da un’assemblea pubblica tenutasi alla Gramsci, da una petizione popolare firmata da 400 cittadini in poche ore, da un consiglio comunale e da un corteo pubblico in ogni modo boicottato da chi è posto al governo della città.

Ecco di seguito la Seconda e la Terza parte

 

 

Clicca Qui per Visionare la Prima Parte

Redazione Freebacoli
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giovedì 24 novembre 2011

Cave di Rifiuti, Ecco Quali Saranno le Discariche a Bacoli e Monte di Procida: I Sindaci Fanno Finta di Non Sapere

image Lo scorso lunedì, 21 novembre, si è tenuta al Comune di Bacoli un’importante seduta della Commissione Ambiente a cui hanno partecipato, oltre a 3 membri, Luigi Illiano, Francesco Macillo ed Enzo Marotta, anche il Sindaco, L’Ass. all’Ambiente ed alcune Associazioni attive nel campo ambientale.

All’ordine del giorno c’era la discussione dell’ ”Accordo di Programma” tra la Provincia di Napoli ed i Comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli e Quarto sul problema dei rifiuti: PUNTO NODALE È L’INDIVIDUAZIONE DI CAVE DOVE SVERSARE RIFIUTI BIOSTABILIZZATI CON CODICE CER 19.05.03.

La prossima seduta si terrà lunedì 28, probabilmente alle ore 11 e, vista l’importanza degli argomenti, sarebbe importante un’ampia partecipazione dei cittadini.

Per Bacoli esistono 8 siti in predicato e per Monte di Procida 4.

Inoltre , in somma sintesi (procederemo di seguito ad un’analisi più puntuale), nell’ambito dei 4 Comuni Flegrei, oltre a sversare “rifiuti stabilizzati all’interno di un certo numero di cave, dovrebbe essere creato un inceneritore a plasma (forse a Pozzuoli), un impianto di compostaggio (forse a Quarto) ed un certo numero di altre piattaforme e/o impianti non ancora ben definiti.

Per queste ultimi, il nostro Sindaco pensava o a piattaforme, ad esempio per la raccolta o il trattamento dei RAEE (Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) da localizzare in qualche traversa di via Lungolago, o a isole ecologiche, ad esempio negli ex campi da tennis di Cuma.

Questo a fronte di “Compensazioni Ambientali” , previste dall’art. 8 della Bozza di Accordo, per un massimo di euro 5,20/tonnellata di rifiuti in ingresso presso gli impianti dei 4 comuni.

imagePer fare ciò si dovrebbe creare un Consorzio, direttamente tra i comuni interessati o tramite loro partecipate (vedi ad esempio Flegrea Lavoro).

Tale bozza ovviamente NON è, almeno così come formulata, accettabile, in quanto, come d’altra parte anche l’Amministrazione Comunale ha finalmente iniziato a fare, bisogna puntare su una raccolta differenziata spinta e di qualità.

Inoltre nella suddetta commissione sono emerse, da parte delle associazioni presenti, molte proposte concrete per la diminuzione dei rifiuti, quali ad esempio, diminuire le bottiglie di plastica, che incidono molto sulla raccolta differenziata, incentivando l’uso di acqua potabile, (visto che le recenti analisi a Bacoli attestano, a parte l’eccessiva durezza che potrebbe essere diminuita con un piccolo impianto di addolcimento, che le acque sono pienamente potabili), vietando nei ristoranti e nei bar la somministrazione di acqua minerale in bottiglie di plastica, incentivando la vendita di detersivi alla spina, e così via.

Il problema per l’area Flegrea è che, mentre alcuni Comuni come Monte di Procida e ormai anche Bacoli, si attestano su percentuali di differenziata alte (Monte è da vari anni intorno al 70%; Bacoli come media annua 2011 è intorno al 50% e in settembre e ottobre è stata sopra al 70%), altri, come Pozzuoli e Quarto, raggiungono percentuali molto basse.

Procedendo con ordine per far comprendere bene a tutti, anche a chi non è ben addentro al problema, il codice CER significa Codice Europeo Rifiuti (CER è il catalogo europeo rifiuti); pertanto ad ogni tipo di rifiuti è assegnato un numero.

image Nel Catalogo CER il codice 19.05.03 è definito: 19 05 03 compost fuori specifica.

La domanda ovvia è quindi: se noi differenziamo e, pertanto, non produciamo o produciamo percentuali bassissime di materiale indifferenziato che può dare origine a rifiuti biostabilizzati, perché dovremmo poi sversare nelle nostre cave un rifiuto che non produciamo, come il compost fuori specifica?

È la raccolta differenziata ben fatta quello a cui dobbiamo puntare; è questo ciò che ci chiede anche l’Europa.

Il compost è il prodotto che si ottiene dalla frazione umida dei rifiuti urbani tramite procedimento di digestione aerobica, cioè in presenza di ossigeno, e può essere usato come concime. Quello di buona qualità è in vendita presso tutti i negozi di giardinaggio ed ha anche un prezzo remunerativo.

Compost fuori specifica significa invece un compost che ha al suo interno inquinanti tali che non consentono il suo utilizzo come concime, e tutti conosciamo bene l’affidabilità che hanno la raccolta e la selezione dei rifiuti in Campania. Il compost fuori specifica può provenire sia da frazione umida di raccolta differenziata di cattiva qualità, sia da raccolta indifferenziata trattata poi nei cosiddetti impianti STIR, di cui in Campania sono famosi specialmente quelli di Tufino e di Giugliano. Il compost di cattiva qualità è talvolta definito anche FOS (frazione organica stabilizzata).

In sostanza si tratterebbe di andare a mettere questo COMPOST FUORI SPECIFICA, in varie cave dismesse in Campania di cui, ripeto, 8 si trovano a Bacoli e 4 a Monte di Procida, come da sotto riportate tabelle (in allegato riportiamo il testo completo della “Relazione risorse minerarie (cave) della Provincia di Napoli” del marzo 2004.

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CLICCA QUI PER CONOSCERE I NOMI DI TUTTE LE CAVE DELLA PROVINCIA DI NAPOLI

La Bozza di “Accordo di Programma” è un documento molto articolato e complesso, in alcuni punti anche confuso e contraddittorio, il cui esame non può essere esaurito velocemente e spiegato nella sua interezza in un breve articolo divulgativo, perciò presumibilmente sarà necessario approfondirlo nuovamente in futuro.

Leggiamo sui quotidiani in questi giorni che la Comunità Europea sta per infliggere delle sanzioni da oltre 150 milioni di euro alla Campania, perché non esiste un serio piano rifiuti che ci possa condurre in maniera stabile fuori dalla crisi, anzi, per il Commissario Europeo Potocnik, ci vorranno, lavorando in maniera seria, parecchi anni.

image Il Piano Regionale prevede la provincializzazione dei rifiuti, cioè in futuro ogni provincia dovrebbe smaltire i rifiuti al proprio interno. Il criterio della provincializzazione dei rifiuti è un problema addizionale, poiché la Provincia di Napoli ha oltre 3milioni di abitanti, su una superficie di 1.171 km², mentre l’intera Campania ha una popolazione inferiore ai 6 milioni su una superficie di 13.590 km². Cioè, oltre il 50% della popolazione campana abita su una superficie di meno di un decimo del totale.

Nel definire il suo piano rifiuti, la Provincia di Napoli ha poi a sua volta suddiviso il territorio in “aree omogenee” e Bacoli ricade in quella “Domitio-Flegrea”, con 352.148 abitanti nei Comuni di Bacoli, Barano d’Ischia, Casamicciola, Forio, Giugliano, Ischia, Lacco Ameno, Monte di Procida, Pozzuoli, Procida, Quarto e Serrara Fontana.

Lo scorso ottobre, però, i Sindaci dei 4 Comuni Flegrei, Bacoli, Monte, Pozzuoli e Quarto, hanno richiesto di formare un sub-ambito autonomo, valutando la possibilità di “rendere, progressivamente, il comprensorio medesimo autonomo non solo nelle fasi di raccolta e trasporto dei rifiuti, ma anche nelle fasi di recupero e smaltimento, prevedendo azioni ed interventi condivisi tesi alla realizzazione della necessaria impiantistica”.

Nella bozza di accordo di programma è riportato che, a certe condizioni, tra cui l’esattezza del PIANO REGIONALE ATTIVITÀ ESTRATTIVE (PRAE), i 4 suddetti Comuni Flegrei “hanno manifestato la loro disponibilità a consentire il conferimento dei soli rifiuti identificati con il codice CER 19.05.03” nelle cave.

Va detto però che tale rifiuto sembra non esistere ancora, in quanto, come riportato in altra parte del documento, la “rifunzionalizzazione” degli impianti STIR di Tufino e Giugliano “è attualmente in fase di appalto”.

image Il problema reale, come ben appare dalla suddetta bozza, è che “è di estrema urgenza lo svuotamento, in tempi rapidi, degli impianti di STIR provinciali, tra i quali quelli di Giugliano, dalle frazioni di rifiuto che oggi rallentano o non consentono la completa rifunzionalizzazione finalizzata all’ottenimento di rifiuti aventi codice CER 19.05.03”. Quindi, se questo 19.05.03 - COMPOST FUORI SPECIFICA – non esiste ancora, cosa dovrebbe andare nelle cave?

Tanto più che, all’art. 5 della bozza si legge che: “La Provincia di Napoli si impegna ad effettuare l’evacuazione della F.U.T. (Frazione Umida Tritovagliata) dagli impianti STIR provinciali, con priorità per quelli di Giuglianoe Tufino, gestiti dalla S.A.P. NA S.p.A. [n.d.r: Società Ambiente Provincia Napoli], considerata imprescindibile e propedeutica alla rifunzionalizzazione degli stessi”, senza però indicare dove e come tale frazione, estremamente inquinante, sarà smaltita.

L’accordo dovrebbe prevedere infatti per le cave dell’area Flegrea il riempimento con rifiuti stabilizzati, codice 19.05.03 provenienti dall’impianto di Giugliano (articolo 5, comma 7).

Non solo, ma al comma 8 è previsto si possano accettare, “tramite accordi di natura economica” compost fuori specifica anche da comuni fuori dall’area Flegrea.

imageQuindi, oltre a venderci edifici scolastici, avremo la possibilità di vendere anche il nostro territorio.

Va però detto che la Provincia, sempre all’art. 5, si impegnerebbe a sversare nelle cave della nostra SUB-AREA soltanto “rifiuti biostabilizzati …. provenienti dalla SUB_AREA medesima”.

Sembra quantomeno che, a voler essere ottimisti, la bozza di accordo, anche se fosse accettabile, e non lo è, non brilli per chiarezza e che possa essere oggetto di numerosi equivoci.

Inoltre, in aggiunta allo sversamento di questo non ben chiaro rifiuto stabilizzato nelle nostre cave, i suddetti 4 Comuni Flegrei:

- Ritengono necessaria, per “garantire che la filiera dei rifiuti si possa aprire e chiudere all’interno dell’ambito provinciale comprendente detta sub-area, la realizzazione di un impianto di compostaggio nonché di un impianto di gassificazione con fornace ad arco di plasma”,

- “si impegnano a collaborare con la Provincia per l’individuazione dell’ubicazione nell’ambito dei propri territori degli ulteriori impianti …………… quali trattamento meccanico; nuove isole ecologiche; siti di trasferenza; ….. piattaforme per RAEE [ n.d.r.: Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche]” e segue una lunga lista di esempi di impianti.

Tutto ciò, perché non si vede alcun altro beneficio, a fronte della summenzionata minimale “Compensazione Ambientale”.

Alessandro Parisi
Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it

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Bambini Trattati Come Mucche da Mungere, Sindaco e Giunta Scelgono di Affossare la Scuola Pubblica di Bacoli

image Un sindaco incapace di assumersi le proprie responsabilità ed un popolo, indaffarato in mille faccende, pronto a credere alle fantasiose favole di colui che comanda.

“La colpa non è mia ma della Regione o anche della Provincia”; “Che ci posso fare se lo Stato taglia i fondi”. “La Procura mi spinge a prendere questi provvedimenti”; “Questo è l’unico bilancio possibile”.

E, quando va proprio male, la colpa può sempre essere del “consigliere Josi Gerardo” o di “Josi Gerardo Della Ragione” o di “Freebacoli”. A seconda di come tira il vento.

Non è una hit parade o la nuova colonna sonora dell’estate: è nient’altro che la cantilena di chi, votato per amministrare la città e per rappresentare le istanze flegree in Consiglio Provinciale, approfitta della massa credulona per sbolognare quotidianamente frottole governative eludendo qualsiasi tipo di responsabilità.

La Scuola Smembrata e lo “Scarica Barile”

E in tal senso la problematica “scuole”, tanto per porre un esempio abbastanza indicativo, ben rappresenta l’andazzo di questo primo anno e mezzo di amministrazione contraddistinta dalla solita e nauseante litania dello scarica barile.

Pare perciò utile riassumere in poche righe le “vere verità” ed i reali punti di vista afferenti ad una criticità che, sebbene ora venga abbastanza bistratta ed emarginata, rappresenta il cardine della logica imprenditoriale e patronale del nostro piccolo paesello di provincia.

Dividiamo innanzitutto due aspetti, assolutamente interdipendenti tra di loro, che per la propria complessità meritano due spazi a se stanti.

Includerli in un unico testo non farebbe altro, così come sin ora accaduto, che aumentare le difficoltà di comprensione e, di riflesso, permettere agli sciacalli del potere e della “stampa pagata con soldi pubblici” di insinuarsi con prepotenza tra la gente lanciando messaggi che, seppur volutamente fasulli, hanno maggior presa sull’uditorio in quanto semplici e rassicuranti.

Affermare che domani sarà una bella giornata di sole è un atteggiamento troppo facile per tirare avanti. Un “modus operandi” addirittura scellerato se si considera che l’indomani, anziché col sole, si dovrà fare i conti con una giornata di maltempo a tratti devastante.

 imageE la cosa più assurda è pensare che è proprio colui che diffonde liete sciocchezze, ad essere il primo artefice delle sciagure future.

Separiamo quindi le due tematiche: da un lato il dimensionamento scolastico e dall’altro la (s)vendita delle scuole.

In entrambi i casi l’amministrazione comunale è riuscita nell’ardua ed oculata impresa di SCEGLIERE IN PIENA AUTONOMIA l’opzione peggiore per la popolazione ( innanzitutto per i bambini) e, contemporaneamente, quella migliore per taluni presidi e per prossimi acquirenti di strutture pubbliche svendute in saldi.

Il Ridimensionamento Scolastico: Un Preside Ogni 1000 Bambini

Lo Stato centrale, attraverso le contestate riforme dell’ex Ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, ha imposto dall’alto una norma che prevede, per spiegarla in breve, che le scuole vengano accorpate in istituti aventi una platea scolastica superiore alle 1000 unità.

Per farla molto semplice basta dire che, mentre oggi un singolo preside ed un singolo ufficio di segreteria gestiscono istituti di qualche centinaia di alunni, con la nuova normativa nazionale del defunto Governo Berlusconi il rapporto tra dirigenze scolastiche ed alunni sarà portato all’equazione di 1 a 1000.

Un preside, un ufficio di segreteria, un corpo docenti, una squadra di personale ATA (bidelli) per ogni 1000 alunni. E stiamo parlando di bambini che vanno dai 3 ai 13 anni.

In più, sempre richiamando la Gelmini, i nuovi Istituti dovrebbero garantire il principio della verticalità: ciò significa che ogni singolo preside (con la squadra sopracitata) dovrà gestire contemporaneamente perlomeno una scuola media, una scuola elementare ed una scuola materna.

Quindi dai burattini di Pinocchio, sino ai corsi di latino.

Le Regioni Si Oppongono allo Stato: Un Preside ogni 500/900 Alunni

A questo punto, di fronte ad una tale assurdità che va a depotenziare ancor di più l’offerta didattica della scuola pubblica, si è alzato compatto il muro delle Regioni. Ognuna di esse ha deciso, a prescindere dal colore politico, di contrapporsi alle disposizioni surreali dello Stato.

Il tutto in maniera trasversale: basti pensare, ad esempio, che la Regione Campania (diretta da un governatore di centrodestra) non ha avuto alcuna remora a portare in Tribunale lo Stato (che al momento dell’infausta scelta, e sino a qualche settimana fa, era anch’esso diretto da un governo di centro destra).

imageE così con un’apposita deliberazione di Giunta Regionale il governatore Stefano Caldoro (tanto per intenderci quello che in campagna elettorale era sostenuto a spada tratta anche dall’attuale sindaco di Bacoli e dai suoi affiliati) ha imposto nuovi parametri per l’accorpamento.

Gli Istituti dovranno essere costituiti da una platea scolastica che varia dalle 500 alle 900 unità (e non più mille), e il principio della verticalità è una proposta (e non più un vincolo).

In parole povere: un preside, un ufficio di segreteria, un corpo docenti, una squadra di personale ATA (bidelli) per ogni 500/900 alunni.

Un preside potrà gestire anche soltanto una scuola elementare ed una scuola media; un preside potrà gestire anche solo una materna; un preside potrà gestire anche solo una elementare ed una materna.

Aree Degradate: Un Preside Ogni 300 Alunni

Non solo. In caso di territori contraddistinti da manifeste condizioni di degrado per la mancanza di trasporto pubblico o difficoltà di vario genere (vedi Fusaro, Cappella o qualsiasi altra area del Comune di Bacoli), il numero di alunni da includere per ogni Istituto scende addirittura a 300 (mentre per la normativa statale tale limite è stato fissato a 500 e poi a 600)

Un preside, un ufficio di segreteria, un corpo docenti, una squadra di personale ATA (bidelli) per ogni 300 alunni.

Il principio della verticalità, che racchiude in un unico corpo l’istruzione di I grado, può anche non essere preso in considerazione. Per l’accorpamento i parametri da valutare saranno anche quelli della territorialità, delle competenze, dell’efficacia etc etc.

E in questo caso la scelta, visto che si sta parlando di un atto di mero indirizzo politico, si dibatte in Consiglio Comunale alla presenza dei cittadini e di coloro che sono stati eletti da questi ultimi. Il popolo, in una Repubblica Democratica come lo è quella italiana, è sempre sovrano.

Pertanto riassumendo in breve, alla rigidità dello Stato si sostituisce la flessibilità delle Regioni che, proprio perché più vicine territorialmente ai singoli Comuni ed alle scuole pubbliche, ne conoscono le difficoltà.

La Corte Costituzionale: “La Competenza è delle Regioni”

imageE tra lo Stato e la Regione chi ha competenza in materia?

Semplice, la Regione. E a deciderlo, a scanso di equivoci, non è un consigliere comunale di periferia o un qualsiasi segretario generale pronto a vestire nuove casacche ad ogni cambio d’amministrazione pur di salvare la poltrona (quella che i contribuenti pagano molto più di 150mila euro all’anno).

A dirlo è stata addirittura la Corte Costituzionale con una sentenza del 2009.

Benissimo, tutto semplice. Pare scontato pensare che, dinanzi a tale stato di cose e costretto ad adottare il piano di dimensionamento ed accorpamento scolastico, qualsiasi sindaco realmente amante della propria terra scelga di utilizzare i parametri regionali.

Ma la semplicità, nel paese dell’assurdo e dell’indecenza chiamato Bacoli, è un optional.

Il Sindaco dell’Assurdo ed il Segretario di Corte Costituzionale

Così capita che il primo cittadino bacolese, con la propria Giunta, senza neanche passare per il Consiglio Comunale (saltando quindi la discussione con il popolo ed i propri rappresentanti), decide di accorpare gli alunni secondo i parametri statali. Un unicum assoluto se si pensa ad altre realtà municipali che, così come Monte di Procida, hanno invece posto al centro della questione l’istruzione ed i bambini adottando senza remore la delibera di Giunta Regionale.

Ma Ermanno Schiano non ha tentennamenti e, supportato da semplici funzionari che s’innalzano a Presidenti di Corte Costituzionale, decide di trattare i bimbi bacolesi al pari di capi di bestiame.

Da 5 Istituti (compresi i Circoli Didattici) se ne passa a 2 e mezzo.

Al preside della Paolo di Tarso si affidano circa mille alunni (gestendo in tal modo la Paolo di Tarso, la Marconi, la Guardascione e la scuola di Baia). E con loro, pare scontato, si concedono anche le centinaia di migliaia di euro che ne conseguono. Basti pensare difatti che la distribuzione dei fondi per le scuole (gestiti proprio dai dirigenti scolastici) varia a secondo del numero degli alunni.

Gli Alunni come Vacche da Mungere

Un discepolo, in tale ottica, è una sorta di salvadanaio. Una bella vacca da mungere. Più alunni, più mucche, più latte. Ed il latte, lo si insegna già alle Materne, fa bene alla salute.

imageStesso discorso vale per il preside della Plinio il Vecchio, a cui si affidano altri 1000 vitelli freschi di pascolo (gestendo la Plinio di Vecchio, la scuola di Bellavista, i container dello Scalandrone, la scuola di Cuma e l’altra di via Virgilio).

In mezzo capita poi la Gramsci che ha la funzione di un vegetale: si mantiene in vita per un po’ tempo per poi staccare la spina in futuro distribuendone gli alunni/mucche ai due Istituti sopracitati.

La “Gramsci” Scomparirà

All’Istituto Gramsci difatti restano sulla carta 620 alunni (in pratica comprendendo le tre scuole esistenti a Cappella e la scuola di Miseno). E poiché da quelle parti, a detta dell’amministrazione, c’è una grossa devianza minorile e una buona dose di microcriminalità, il limite minimo imposto dallo Stato è 600.

Basterà quindi che 21 alunni vadano verso altri lidi e l’Istituto Gramsci sparisce, sviando le vacche (ovverosia gli alunni) verso le dirigenze affamate in precedenza menzionate.

E così capita che Bacoli, territorio di 27mila abitanti, avrà soltanto 2 Istituti scolastici. Due presidi, due segreterie, due copri docenti, due squadre di personale ATA (bidelli) per una platea studentesca attualmente assestata sulle 2600 unità.

Presidi e Genitori Non Approvano il Piano, ma l’ Incapace Amministrazione lo Nasconde

Vi chiederete: “Ma i presidi e i reggenti attuali hanno approvato questo piano? E i genitori cosa dicono, hanno approvato?”

Nient’affatto. Non esiste alcun documento sottoscritto da tutte le dirigenze scolastiche attuali ma, nonostante ciò, chi comanda dice che tutto va bene e che l’accordo è stato serenamente trovato non solo con i presidi ma anche con i genitori (ovverosia coloro che hanno messo al mondo le vacche da mungere).

Uno scandalo.

Ma attenzione, guai a chiedere lumi agli amministratori che hanno compiuto queste scelte: “E noi che ci possiamo fare, ci è stato imposto!”.

“La colpa non è mia ma della Regione o anche della Provincia”; “Che ci posso fare se lo Stato taglia i fondi”; “La Procura mi spinge a prendere questi provvedimenti”; “Questo è l’unico bilancio possibile”.

image E, quando va proprio male, la colpa può sempre essere del “consigliere Josi Gerardo” o di “Josi Gerardo Della Ragione” o di “Freebacoli”. A seconda di come tira il vento.

La Nostra Proposta: Il Bambino al Centro del Discorso

La proposta? Banale.

Annullare l’attuale piano di accorpamento, facendone un altro che tenga in considerazione i parametri regionali e non quelli statali. Far valutare le proposte da dirigenti, insegnati e genitori, portando poi il tutto in Consiglio Comunale, tenendo in considerazione che i territori di Cappella e del Fusaro si presentano, anche ai non vedenti, come aree del tutto abbandonate a se stesse e quindi realmente deficitarie di ogni cosa.

Il tutto tenendo in considerazione un dato estremamente centrale e rilevante: i bambini non sono delle mucche da mungere ma dei “diamanti grezzi” su cui investire per costruire un futuro diverso da un presente fatto di incapacità e clientelismo.

Ed il problema, a conti fatti, è proprio quello: chi attualmente comanda, perpetuando nefandezze da più di un ventennio, tutto vuole fuorchè che si modifichi l’infausto equilibrio attualmente esistente.

Redazione Freebacoli
freebacoli@live.it


Si rimanda ad un prossimo articolo per la questione “Scuole in Svendita”

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